Abstract
L’epoca in cui viviamo è l’epoca della complessità, della caduta dei facili punti (ideologici) di riferimento, i quali orientavano le esistenze umane in un quadro di significati atti a fornire spessore di esperienza Ai luoghi della vita. Da un’esperienza carica di sensi, di affetti e di contenuti, tolti i punti di riferimento, tolti «fari e porti sicuri», restano semplici spazi di vita sempre più occupati da “faccende”, svuotati di relazioni significative e caratterizzanti. I “learning places” che si relazionano alla nuova condizione storica post-moderna rischiano anch’essi di assumere la fisionomia di non-luoghi spaziali e culturali, di diventare dei puri “spaces”: in molti casi lo sono già diventati. Occorre rispondere alla sfida pedagogica della postmodernità ritrasformando gli spazi dell’apprendimento in luoghi del vissuto esperenziale, contesti relazionali che mettano al centro del processo formativo una cultura del “progetto”, fornendo nuovi strumenti atti ad affrontare la complessità dell’era organica in cui – grazie all’embodiement della “macchina” – ogni artefatto e ogni spazio sta diventando più sensibile e intelligente, è connesso e co-evolve interagendo. Il passaggio dall’era delle macchine post-industriali e dell’HCI (Human Computer Interaction) a quello della rete e del design per l’interazione e per le espereinze, lascia intravvedere in ambito didattico diversi scenari di sperimentazione metodologica e nuove possibilità offerte dal fiorire delle tecnologie sviluppate per la comunicazione mediata. Sinora, tuttavia, non è stato ancora scalzato il paradigma dominante dell’interazione uomo-macchina, rimasto ancorato ad un rapporto uno-a-uno operante esclusivamente sul piano fisico-cognitivo. La sfida pedagogica del secolo XXI consisterà dunque nel saper gestire l’apprendimento e l’insegnamento in un’era completamente macchinizzata, tenendo testa alle derive “automatistiche”, per far fronte al dilagare dei non-luoghi, rivalutando la centralità dell’uomo, delle sue peculiarità comunicative e delle sue esperienze.
Sommario
- Il dilagare dei non-luoghi del vivere. La “post-modernità”
- I luoghi dell’apprendimento. La situazione pedagogica nell’era della complessità
- Dallo strumento alla «macchina post-industriale». L’Interazione Uomo Computer
- Le reti. Dall’era post-industriale all’era organica